Perché raccontare fiabe? Storie in rete ai tempi della pandemia.

Durante il lockdown chiusi in casa a causa della pandemia, si è scoperto o rivalutato l’importanza di raccontare o leggere storie soprattutto ai bambini, forse i più trascurati in tutto questo lungo periodo, e che lo si poteva fare anche usando la rete. Il bisogno di raccontare e quello di ascoltare si è rivelato in tutta la sua forza, la riscoperta di una importante opportunità per mantenere una relazione con i piccoli della scuola primaria, o con quei piccoli lettori che frequentano le biblioteche e che in quel periodo dovevano restare confinati nelle loro case, più o meno ospitali. C’è stato una grande fioritura di iniziative di letture a voce alta, narrazioni in rete interpretate da volontari, attori, bibliotecari e bibliotecarie con l’obbiettivo di mantenere la relazione e diventare anche un appuntamento interessante per piccoli e grandi. In molti casi la lettura o il racconto erano registrati e quindi rivisitabili a piacere.  

L’iniziativa in molti casi ha funzionato bene, citiamo un esempio per tutti: il Sistema Bibliotecario Milanese con il Carosello delle Storie ha pubblicato 141 video totalizzando 13.724 visualizzazioni (grazie anche a una liberatoria sui diritti, rilasciata durante il lockdown dagli editori) e a lockdown finito rimangono comunque ancora disponibili in rete 81 video liberi dai diritti che potranno continuare ad essere ascoltati e visti e speriamo anche incrementati.

Tra le tante altre iniziative ho trovato un po’ speciale quella che ha intrapreso Claudio Tosi (presidente fino a maggio 2019 del Cemea del Mezzogiorno –www.cemeadelmezzogiorno.it -, amico e collaboratore de La Lettura Nonostante) che ha scelto di raccontare in diverse puntate alcune delle fiabe raccolte da Italo Calvino (Fiabe Italiane, Einaudi). Il suo piacere e gusto di raccontare storie ha prodotto secondo me un esempio di lavoro prezioso che permette di conoscere ma, ancora di più, di godere di un grande patrimonio di storie, quelle che forse più ci appartengono e che raccontano quello che siamo anche in questa regione del pianeta.

Siamo in molti a pensare che raccontare storie possa essere anche una straordinaria occasione di iniziazione alla lettura perché offre la possibilità di rinnovare la relazione personale, intima, speciale e dedicata tra le persone tramite la storia, la voce, l’immaginazione.

Claudio Tosi ha raccontato così come si fa naturalmente e semplicemente a un bambino e ho trovato quel modo tra i più rispettosi non solo dello straordinario lavoro di Calvino, ma di ogni possibile e singolo ascoltatore, grande e piccolo.

Ho chiesto a Claudio Tosi di dirci perché ha deciso di dedicarsi al racconto e la sua risposta mi è parsa perfetta per spiegare perché è tanto importante raccontare storie e farlo proprio così, semplicemente, ciascuno trovando il proprio modo nel rispetto della storia e di chi la raccoglie, senza la necessità di farne uno spettacolo ma sempre con passione e piacere e Claudio Tosi ci spiega il suo punto di vista

“Perché raccontare fiabe? E ancora prima, perché raccontare? Non basta sapere che le nostre fiabe preferite sono ben custodite nei libri che le riportano? Non ci frena la certezza che chiunque voglia, in qualsiasi momento, grazie alla biblioteca di quartiere, ai fondi familiari, a volte alle intuizioni scolastiche, potrà mettersi in collegamento diretto con quelle storie e scoprire riga dopo riga, con questo strumento perfetto di suspence che è il testo scritto, la sorte della bella e il destino del malvagio? 

In fondo no, oppure, non proprio, perché le storie solo da poco le tramandiamo con i libri e a leggerle si capisce che quella forma fissata, bloccata in un testo e inquadrata in una pagina gli sta stretta, alle storie intendo. E allora quello che viene da fare è rimetterle in circolazione, come tante belle addormentate cui il libro, fantastico castello fatato, ha dato ostello e riposo, tutto il tempo necessario perché qualcuno, amandole, le venisse a cercare e, trovandole, le liberasse, con un bacio.

E quando le fiabe dicono bacio, non dicono solo bacio, ma anche fiato, nuovo respiro, ritorno alla vita! Ed è questo che facciamo quando raccontiamo storie, le rimettiamo in vita, in giro, all’avventura, con il vento in faccia e i capelli scomposti, con i colori forti dell’estate o il buio freddo dell’inverno, con la paura di chi ci si affaccia per la prima volta e il desiderio di certezze di chi la riascolta per la centesima.

Racconto fiabe senza motivo, o forse per questo unico: perché si sappia che si può fare, per dire al mondo che le storie basta conoscerle e volerle dire che ci aiutano ad essere dette, incuranti delle lacune, degli errori o delle ripetizioni che potremmo inserirci. 

Perché le fiabe, le fiabe popolari, sono pietre levigate dall’ascolto di generazioni e generazioni, e non hanno paura di ammaccarsi nell’uso, di sporcarsi di terra o di bagnarsi sotto la pioggia o nel mare. E allora ascoltatele, leggetele, confrontatele e fatele vostre. E appena girato l’angolo, aprite la bocca e dategli fiato.” 

Non smettiamo dunque di raccontare e, perché no, inondiamo anche la rete di storie e di racconti. Qui di seguito alcuni link . Buone storie a tutti!

Naso d’argento: https://www.youtube.com/watch?v=X3L1QKjnzsE

Giovannin senza paura: https://www.youtube.com/watch?v=EV_ymqsKJJg

Juanin sans peur: https://www.youtube.com/watch?v=wMKPyhn6U7g

Corpo senz’anima: https://www.youtube.com/watch?v=O3xGahjpEj4

I tre fiori della felce maschio: https://www.youtube.com/watch?v=4w-8WbHNAJw

Giufà e l’oltre: https://www.youtube.com/watch?v=25NyNyC_nr0

Pierino Pierone: https://www.youtube.com/watch?v=YY8lecSGuzw

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